Epistemologia dell’Occulto

The Occult Digest

Qualche giorno fa, Tommie Kelly ha condiviso sulla sua pagina Facebook un link estremamente interessante. Si tratta di iapsop.com, cioè la International Association for the Preservation of Spiritualist and Occult Periodicals (“Associazione internazionale per la preservazione dei periodici sull’occulto e sullo spiritualismo”). Tale associazione si è posta l’ingrato compito di digitalizzare e rendere disponibili online gratuitamente migliaia di periodici pubblicati tra il Congresso di Vienna e lo scoppio della Prima Guerra Mondiale (cioè, tra il 1814 e il 1914), un secolo che è particolarmente ricco di eventi per i nostri interessi.

Ho deciso di esplorare questo immenso archivio e di cominciare dalla rivista chiamata The Occult Digest, pubblicata a Chicago tra il 1925 e il 1947 dalla Occult Digest Company, parte della Maha Publishing Company, prima mensilmente e poi come trimestrale. Tale rivista è l’evoluzione di altre pubblicazioni come Psychic Leader e Psychic Power e successivamente “ingloberà” anche il periodico Telepathic Magazine. Ho cominciato a sfogliare il primo numero, del gennaio 1925, sicuro che avrei trovato qualche chicca da presentare sul blog. E così è stato.

Il primo numero di "The Occult Digest"

Il primo numero di “The Occult Digest”



L’articolo che ho deciso di tradurre per voi, a cura di C. H. A. Bjerregaard, solleva dei temi e delle domande che, a distanza di quasi un secolo esatto, a mio modesto parere rimangono senza risposta. Il succo è: esiste una nutrita fenomenologia occulta, ma scarsi accenni di epistemologia magica, dove per “epistemologia” intendiamo una filosofia della conoscenza, dei metodi attraverso cui è possibile ottenerla e delle implicazioni morali di tale sapienza. Lo so, è un tema non esattamente “popolare”, me ne rendo perfettamente conto, ma in fondo è proprio questo il bello di un blog “vecchio stile” rispetto all’attuale onnipresenza dei Social Network e della loro frenetica ricerca di contenuti che generino engagement
Quindi, buona lettura!

Sui Principi dell’Occulto
di C. H. A. Bjerregaard
The Occult Digest V1 N1 – Gennaio 1925 – pag. 21

È evidente che nessuno può comprendere approfonditamente una scienza o un’arte a meno che non abbia afferrato il suo primo e fondamentale principio.
Esiste un libro sul primo principio dell’Occulto? Sembra che nessuno abbia pubblicato un simile libro, a meno che “La Dottrina Segreta” di H. P. Blavatsky non venga considerato dagli occulstisti come la corretta epitome delle fonti da cui è stato tratto e dei documenti a partire dai quali la sua filosofia è stata costruita.
Forse un simile libro è impossibile? Non ho mai trovato un libro di questo genere, così come io lo intendo. Ho trovato molte note sull’Occulto, “studi” e “pensieri” che portano nella giusta direzione. Dal punto di vista di alcune delle scienze e delle arti occulte, alcuni professori hanno definito ciò che chiamano “Occulto” ma, dato che le loro basi non sono abbastanza ampie, le definizioni sono limitate e imperfette. Altri hanno dato suggerimenti basati sulle loro “scoperte” o basandosi sui risultati della propria pratica. Ma tutti questi contributi non hanno alcun valore filosofico speciale. E noi abbiamo bisogno di una filosofia dell’Occulto.
Come suggerimento per chiunque si senta in grado di farlo, farò una serie di domande e scriverò alcune considerazioni in modo che, se verranno pienamente comprese e si deciderà di fornire risposte, potranno costituire le fondamenta per un lavoro sul “Primo Principio dell’Occulto”, e spero che qualcuno sarà in grado di scrivere un libro o una serie di articoli sulle pagine di questa rivista su questo soggetto.

L’Occulto: cos’è, com’è e da dove viene?
È soggettivo od oggettivo? Una quantità o una qualità? Impersonale o personale? Maschile o femminile? Della mente, della volontà o dell’intelletto? Dei sensi o del sovrasensibile? O, forse, non è di questa natura e tipologia? È originale o un prodotto? È del tempo, dello spazio o del movimento? È Essere o è Divenire? Molte domande, ma in realtà soltanto una:

Che tipo di potere è?
Se l’Occulto è il potere-madre o il potere-padre, come può essere provato? È il figlio, nella sua energia subconscia, la prova o è la coscienza del mago la dimostrazione?
Se la risposta è che l’Occulto è Essere, chi può uscire dall’Essere per dimostrarlo? E se la risposta è che l’Occulto è Divenire, chi può tenerlo sotto controllo tanto a lungo per far sì che risponda alla domanda?
Se la risposta non ha potere, allora non è una risposta. Oppure, può una prova essere fornita senza alcuna dimostrazione di potere?

L’Occulto è oggi come era nei tempi antichi?
Spesso si dice che oggi abbiamo una conoscenza superiore a quella degli antichi. E se è così, in cosa consiste questa conoscenza? L’Occulto si manifesta in modo differente al nostro sguardo rispetto a come si manifestava ai cinesi in epoca preistorica, per esempio?
Viene anche detto che sappiamo meno di quanto non sapessero gli antichi. E se è così, cosa intende precisamente chi afferma ciò? Questa asserzione implica che queste persone sappiano ciò che sapevano gli antichi.
In entrambi i casi, lo scopo delle mie domande è questo: dipendiamo dalla conoscenza nella nostra cerca mistica?

Ancora la domanda
La Conoscenza potrebbe essere definita come la nostra mano sinistra e il Metodo come la nostra mano destra. Normalmente, agiamo in base alla mano destra, cioè al Metodo, in base a un modo sistematico che preveda certi risultati. Qual è il Metodo nell’Occulto?
Dovremmo lavorare in laboratorio oppure all’aperto? Gli antichi probabilmente conoscevano il metodo di osservazione, deduzione e induzione. Noi conosciamo un metodo migliore? O forse esiste, riguardo all’Occulto, un metodo completamente diverso? Forse dovremmo lavorare al di fuori di qualsiasi metodo conosciuto cioè in un modo che non sia metodico.
Siamo abituati a pensare all’Occulto come a qualcosa legato da leggi, ordine, ritmo, ecc. Ma forse le cose non stanno così. Persino la nostra concezione di libertà potrebbe non essere applicabile.
Forse dovremmo fare come alcuni Mistici Naturali. Quando vanno nelle profondità delle foreste lasciano che gli alberi chiudano il sentiero dietro di loro e abbandonano ogni tratto individuale all’esterno. Tengono sotto controllo o chiudono i canali percettivi e sensibili esterni. Non osservano gli alberi, vengono osservati. Sebbene siano abituati a pensare di essere intrusi, a rabbrividire sotto le Stelle della Solitudine e a tremare di fronte alle grida del Silenzio, il fascino della Solitudine apre sentieri interiori, e non vengono schiacciati da ciò.

Intensità
Nei trattati sull’Occulto vengono raccomandati diversi metodi come l’esercizio della volontà, il pensiero profondo, esatte regole e diritti armonici, interpretazioni degli arrivi o del volo degli uccelli, il movimento dei venti e delle tempeste, l’enunciazione di formule o di parole segrete e solenni, il lancio di dadi o la stesa delle carte, ecc. Ma raramente si riscontra una certa enfasi sul concetto di Intensità. Forse l’Intensità è un principio primario e per questo non menzionato ma compreso, qualcosa che risulta fin troppo semplice. Ma non è forse questo un errore? Le cose basilari non sono quelle più importanti?

L’Intensità e il Fattore Personale
L’Intensità implica, ovviamente, la concentrazione interiore. La concentrazione funge da intensità. Un’immagine mentale può non avere alcuna intensità intrinseca ma può e deve essere utilizzata in accordo alle proprie inclinazioni personali, e così dovrebbe accadere per tutte le altre facoltà. Tutto questo, insieme alla personalità collettiva, agisce come i Mistici Naturali descritti qui sopra. Quando si fa ciò, il soggettivo e l’oggettivo sono uniti e tale unità rimuove ogni limitazione. Non è un’unità graduale ma un assoluto.

Accuratezza
Nei libri si pone molta enfasi sull’accuratezza e ciò suggerisce che molti fallimenti siano il risultato di mancanza di precisione, se l’Occulto è armonioso e sistematico, poiché tale teoria afferma che l’esperimento deve essere in sintonia con l’Universale.
Ma se l’Occulto non è armonioso o ritmico e l’Universale non è organizzato come pensiamo ma esiste su un piano differente, qual è il ruolo dell’Accuratezza? E qual è allora la causa del fallimento?
L’Accuratezza è formale, l’Intensità non lo è: riguarda l’essenzialità. È una qualità di altro ordine. Chi può dirci qual è la parte realmente importante? Chi sa come essere “intenso”? Forse “Intensità” è un altro termine per definire una più elevata “Accuratezza”!

Per ora concludiamo qui. Quando alcune di queste domande riceveranno risposta potremo parlare ancora di crogioli, magneti, fuochi, ecc., e di cose che alcuni Occultisti chiamano illusione e altri Scienza.

Grazie a tutti, come sempre! E, mi raccomando, iscrivetevi al canale YouTube della Stella a Otto Punte!

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